Una celebre giurista francese coinvolge un artista di origine italiana nella creazione di una bussola, destinata a chi, aperto e curioso come lei, è coinvolto nei destini del mondo. Tra Mireille e Antonio, entrambi ottantenni, nasce una grande amicizia che non arretra neppure dinanzi alla malattia e alla morte.
«Les nuages m’ont suggéré la métaphore des vents comme souffles symbolisant l’esprit des droits, puis la quête d’une boussole pour s’orienter parmi les vents contraires. J’ai alors (enfin !) pris conscience des limites de l’écriture et entrepris, avec un ami plasticien-bâtisseur, d’explorer les cheminements entre la pensée et la matière en fabriquant un objet mobile représentant une boussole sans pôle Nord, dite « boussole des possibles ».
Mireille Delmas-Marty
Mireille Delmas-Marty e Antonio Benincà uniscono le loro forze per dare forma a una Bussola dei possibili per navigare nell’oceano della globalizzazione. Raccontano la loro avventura creativa a Emanuela e Carlo, due professori italiani, allievi di Mireille, che sono andati a visitarla in Francia. Dopo l’inaugurazione della Bussola dei possibili al castello di Goutelas, un centro culturale restaurato da artisti, operai, avvocati, contadini negli anni ’60 e diventato un centro culturale, Mireille si ammala e deve sottoporsi a una delicata operazione. Ricoverata in un ospedale di Parigi, convince Antonio ad aiutarla a fuggire. Lui apre le porte della sua maison bulle, nel sud della Francia e le offre il suo sostegno incondizionato. Dopo alcuni mesi d’intensa vitalità, circondata dagli amici e da Antonio che le sta vicino fino all’ultimo, Mireille muore. Tutti quelli che l’hanno conosciuta sono profondamente scossi e in molti vengono a darle l’ultimo saluto. Rispettando le sue ultime volontà, Antonio si reca a Bologna per presentare pubblicamente la Bussola. Questa è solo una delle prime iniziative per diffondere la sua visione di un mondo più interconnesso, solidale, inclusivo.
« L’ambition de vivre, c’est l’élan vital donné par le « petit souffle innomé » qui tous les matins nous donne le bonjour ».
Mireille Delmas-Marty
Documentario 52’
Produzione
L’Altravista
Regia
Flaminia Cardini
Simone Pierini
Montaggio
Rosella Mocci
Fotografia
Simone Pierini
Laureata al DAMS di Bologna, ha lavorato alla Palomar come lettrice e story editor. E ancora prima ha pubblicato biografie, saggi, articoli, libri sulla tv e l’industria culturale. Ha scritto e diretto documentari per più di quindici anni con L’Altravista produzioni, tra i quali, Se potessi mangiare un’idea con Simone Pierini (Andaras Film Festival 2021, Ceres Film Food Festival, 2022), il docu-film La Politica del Desiderio (Festival del cinema di Roma, Premio Docnet al Festival di Bellaria) Adriana Sbrogiò. Imprendere la vita (Identità e Differenza), Mostri Sacri (Casa del Cinema di Roma). La docu-serie Avventure in Galleria è stata presentata alla Galleria nazionale d’arte moderna, Per L’Altravista ha prodotto, tra gli altri: La Repubblica dell’utopia (Rai Educational, RSI Swiss Television, Rai Storia), Ottomarzo2007 (Assessorato Pari Opportunità-Comune di Roma), Punto… e basta! (Cinema Aquila, Festival Sguardi Altrove).
Ha co-diretto Se potessi mangiare un’idea. È il regista di Carol Rama di più ancora di più, La passeggiata improvvisa e Fabbricazione-l’occupazione di Architettura.
Come direttore della fotografia di documentari e film ha collaborato tra gli altri a: La Pitturessa di Fabiana Sargentini (2023), Mia madre fa l’attrice e Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo, Welcome to the Labyrinth di Riccardo Biadene, L’Orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente e L’imbalsamatore di Matteo Garrone.
Rosella Mocci è editor di film, short film, documentari e programmi tv. Per l’Altravista ha montato i documentari Se potessi mangiare un’idea, Ho deciso di ridere con te, Avventure in Galleria, La Repubblica dell’Utopia. Ha realizzato il montaggio de La Leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli, 60- Ieri oggi e domani di Giorgio Treves L’Amore che non scordo. Storie di comuni maestre di Daniela Ughetta, Manuela Vigorita. Ha montato tra gli altri i film Un confine incerto di Isabella Sandri, Beket, di Davide Manuli Femminile, Singolare di Claudio Del Punta.
Solo una bussola planetaria può orientarci nell’oceano della globalizzazione. Cambiamenti climatici, terrorismo, pandemie, avvento delle nuove tecnologie, migrazioni sono tutte questioni mondiali. Inutile rifugiarsi negli Stati-nazione. Siamo tutti parte della stessa comunità di destino che lega popoli e culture diverse, unite dal senso di appartenenza al genere umano. L’installazione della Bussola dei possibili mostra i “venti” contrapposti di competizione e cooperazione, libertà e sicurezza, innovazione e conservazione, esclusione e integrazione. La sfida consiste nell’armonizzare le tensioni tra le varie coppie oppositive e tenere in equilibrio le diverse energie. Il diritto, simboleggiato nella scultura da un filo a piombo, s’immerge in un ottagono pieno d’acqua, per ammortizzare i movimenti perturbatori dei venti e stabilizzarli senza immobilizzare le società umane, senza uniformarle, perché la diversità culturale è patrimonio dell’umanità, come ricorda la dichiarazione Unesco del 2011.